Lucien Schreiber

- ESPLORANDO LE ISOLE DELLA LAGUNA VENEZIANA -

Scoprire Venezia a piedi è una cosa, ma esplorarla in canoa è tutta un’altra storia. La prima volta a Venezia, attraversando il Ponte della Libertà, in auto o in treno, si desidera sempre percorrerlo più lentamente per poter ammirare più al lungo la città galleggiante prima di entrarci. Pagaiare in laguna con la canoa da mare permette di fare proprio questo. Partendo dalla terraferma, si può galleggiare verso le diverse isole di Venezia al proprio ritmo.

Ho avuto la possibilità di pagaiare nella laguna in due occasioni. La prima era sotto un cielo azzurro e soleggiato. Siamo partiti da Campalto e abbiamo pagaiato fino a Murano. Il mare era calmo e limpido e avevamo una bella vista su tutta la laguna incorniciata dalle Dolomiti. Ci siamo avventurati nei canali di Murano, felici di sorprendere i turisti americani a passeggio, prima di fermaci per un pranzo tipico veneziano: sarde in saor, pesce fritto e baicoli erano perfetti per riscaldarci prima di tornare in canoa.

Abbiamo poi proseguito pagaiando fino alla parte nord di Venezia. Scoprire la Serenissima dall’acqua è un’esperienza completamente diversa da quella a piedi. In passato, i signori veneziani viaggiavano solo in barca; perciò, le porte e facciate più belle si specchiano sull’acqua e non possono essere apprezzate altrettanto dai ponti. Il nostro gruppo si è avventurato lungo i vari canali, salutando i turisti, lasciando passare le gondole e le frettolose barche per le consegne, cercando di non perderci nel labirinto acquatico dei canali. Sebbene Venezia sia meravigliosa in canoa, è altamente limitata e non ci si può avventurare ovunque; perciò, stare in gruppo è essenziale. Alla fine, dopo una ventina di chilometri di pagaiata, siamo tornati a riva sotto un bellissimo tramonto.

La seconda volta che ho pagaiato a Venezia è stato subito dopo Natale 2023. Questa volta il sole si nascondeva tra una fitta nebbia – il famoso caigo. L’atmosfera era completamente diversa. Siamo partiti da Altino, avventurandoci attraverso chilometri di canneti prima di intravedere la prima isola abitata. La laguna era calma e tranquilla, e i turisti stavolta sembravano molto più lontani. Ci siamo fermati a Torcello dove ci siamo riscaldati con del vin brulé e qualche panino prima di proseguire per Burano.

Sotto il cielo grigio, Burano bucava la nebbia con i suoi colori vivaci. Lentamente l’abbiamo attraversata, annusando il caffè fresco e sperando di trovare un bacaro galleggiante per uno spritz ben meritato. Dopo aver ammirato tutte le case e le antiche chiese, scegliendo i colori preferiti per la nostra futura casa, siamo usciti dal lato sud per vedere il Presepe galleggiante. Con l’alta marea, alcune fi gure sembravano annegare: si sarebbe potuto facilmente pensare che si trattasse di un’opera di Greenpeace sulla crisi climatica. Abbiamo remato tra i diversi personaggi natalizi ammirandoli da vicino. Sulla via del ritorno, abbiamo incontrato decine di fenicotteri, questi bellissimi uccelli rosa spiccavano nel grigio infi nito del caigo – se ci sono ancora uccelli selvatici forse la fi ne del mondo non è così vicina.

Alla fine, pagaiare nella laguna è un’esperienza meravigliosa. Permette di prendersi il tempo necessario per apprezzare il panorama e l’atmosfera, di vedere luoghi che non molti riescono a vedere, e di avvicinarsi a quella che era la vita di qualche secolo fa. Niente barche a motore, niente traghetti, ma solo muoversi con la forza delle braccia.

Words & Photography: Lucien Schreiber

Published in Pagaiando #27 (April 2024)